La mediazione interculturale
La mediazione interculturale. L’aumento dei flussi migratori ha portato alla ricerca di soluzioni efficaci che facilitassero la comunicazione tra individui di diverse lingue e culture.
Il termine “mediazione interculturale” evoca la natura di tale ruolo: da un lato interviene “mediando”, come strumento di sintesi tra diverse componenti identitarie, culturali, religiose ed etniche. Dall’altro, il termine “interculturale” include tutti quegli aspetti che formano l’identità culturale dei singoli.
Per questo, la mediazione interculturale può essere definita come azione positiva e proattiva volta a colmare la condizione di svantaggio nella fruizione delle opportunità di accesso al sistema di tutele e di garanzie dei diritti di cittadinanza in cui talvolta possono trovarsi individui immigrati in paesi stranieri.
Il mediatore linguistico-culturale
Il Mediatore linguistico-culturale si occupa di favorire la comprensione e la comunicazione tra individui, gruppi, organizzazioni e servizi appartenenti alla propria cultura e quelli delle culture straniere di cui è competente.
Perciò, assume un ruolo fondamentale come facilitatore della comunicazione e delle relazioni con gli interlocutori allogeni.
Quindi, l’intervento di mediazione linguistico-culturale consiste in interventi in grado di facilitare l’interazione positiva fra immigrati e reti di servizi, agevolando la riduzione di pregiudizi e forme di discriminazione attraverso la promozione di modalità di interazione inedite entro una società in trasformazione.
Pertanto, agendo sia a livello individuale che collettivo, il mediatore interculturale interviene attivamente nel dialogo sociale, favorendolo e rafforzandolo.
Con queste premesse, la figura del mediatore interculturale si è progressivamente specializzata, assolvendo a molteplici funzioni:
- interpretariato linguistico;
- comunicazione;
- informazione;
- orientamento, accompagnamento, assistenza;
- formazione, ricerca;
- consulenza, progettazione;
- gestione del conflitto.